2024. 04. 17.
La corrente spinse lingue di sabbia sotto di loro
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La corrente spinse lingue di sabbia sotto di loro

Chiara Gamberale ha una nuova rubrica su La Stampa, dove i lettori possono presentarle un problema, più che altro emotivo, che devono affrontare in quel momento della loro vita, ma si sentono bloccati e non riescono ad andare avanti.

Ho sempre ammirato l'intelligenza emotiva e la consapevolezza psicologica della scrittrice.

Questa settimana parliamo di Le nostre anime di notte di Kent Haruf, nella traduzione di Fabio Cremonesi.

Qualche settimana fa una signora di sessantacinque anni, Anna, si è fatta consigliare da Chiara Gamberale per un conflitto emotivo in cui ci possiamo trovare anche noi, indipendentemente dalla nostra età, e precisamente se ci sentiamo liberi di seguire quello che desideriamo.

Ma cosa potrebbe ostacolarci in ciò?

Chiara Gamberale ha suggerito alla signora questo libro. Le difficoltà della signora causate dal suo conflitto emotivo mi hanno toccato così profondamente che ho deciso di leggere questa storia anch'io, e condividerla con voi.

Addie e Louis sono due vedovi, più o meno hanno l'età della signora che si è fatta consigliare da Chiara Gamberale. Abitano a Holt, una piccola cittadina. Sono da soli, i loro figli e i nipoti vivono lontano. Si conoscono più che altro di vista, le loro vite si sono incrociate a malapena, eppure Addie, di punto in bianco e in una maniera molto pratica, suggerisce a Louis di passare la notte insieme. Per parlare e per stare uno accanto all'altra. Louis accetta.

Cominciano a passare le notti insieme. All'inizio chiacchierano soltanto, non si sfiorano nemmeno. Pian piano, con il tempo, organizzano dei programmi anche di giorno. Però gli abitanti di Holt non vedono la cosa di buon occhio, li giudicano, e iniziano a lanciare delle frecciate. Ma Addie è molto coraggiosa. Non devono pensare a cosa dicono gli altri. Si sente felice, perciò rincuora anche Louis. Non vuole rinunciare a questa esperienza, in un certo senso anche nuova e sconosciuta.

Nel corso del libro viene fuori com'era la loro vita prima, insieme ai rispettivi sposi, segnata prima di tutto dalle decisioni affrettate della passione giovanile, poi dalle aspettative del loro ambiente e da quello che gli è stato trasmesso per quanto riguarda il "come va costruita una vita" e "come si deve vivere". Poi c'erano stati dei traumi che avevano avuto il loro effetto sul rapporto con i rispettivi sposi e avevano guastato l'intimità in questi rapporti, e che rendevano la loro vita, in un certo senso, un vegetare; quando si è presentata un'occasione per cambiarla, non l'hanno accolta, per cui questa nuova esperienza, sbocciando pian piano, si presenta come una possibilità di recuperare qualcosa che magari non hanno mai avuto.

Nonostante Addie e Louis dormano nello stesso letto, si avvicinano lentamente. La loro è una ribellione e una rivolta adolescenziale con la saggezza di due persone di una certa età, che sanno che c'è un tempo giusto per tutto e che non si deve avere fretta.

Lentamente anche per il timore che due persone sentono sempre all'inizio della conoscenza, non sapendo cosa vorrebbe l'altro, se si presenterà davvero, ora e in seguito.

L'ostacolo più grande però sono i rispettivi figli, che non sono d'accordo per quanto riguarda questa relazione.

Per potersi godere un libro o una poesia, considero una questione fondamentale, e che mi intriga sempre, il modo in cui sono realizzati come testi.

All'inizio, quando Addie e Louis non si conoscono quasi per niente, il testo si limita alle loro brevi conversazioni e alla descrizione di pochi movimenti, un po' dell'ambiente, ma non ci fa sapere più di tanto neanche di ciò.

Le loro conversazioni sono incastonate nella narrativa, cioè non sono separate dalle descrizioni con il segno tipografico usato per contraddistinguere le conversazioni. Il testo è un tutt'uno, riferendosi magari anche in questo modo all'unione di Addie e Louis.

È molto significativo che il traduttore abbia scelto di usare il passato remoto per il racconto, come per dare una profondità in più a quello che succede fra i due personaggi, ma anche per mettere in evidenza la profondità e una certa lentezza e stanchezza delle loro anime, dovuta alla loro età, o meglio, a tutte le loro esperienze di vita. Rinforza anche la sensazione della distanza che loro due dovrebbero prendere l’uno dall'altra secondo gli abitanti di Holt e secondo i rispettivi figli.

Pian piano che loro due si conoscono, il testo stesso si amplifica, amplificando anche le nostre percezioni, sia di loro e del loro ambiente, che delle circostanze che riguardano il loro passato. Ma rimaniamo comunque sul livello dello stretto necessario, visto che il testo ci vuole presentare un problema, cioè questo conflitto emotivo. Come se volesse farcelo vivere tramite la loro interiorità. Un conflitto emotivo che probabilmente tutti noi incontriamo almeno una volta nella nostra vita: capire quale sia il nostro desiderio e se possiamo permetterci di seguirlo.

 

"Dopo un po' Louis si mise a sedere, si tolse scarpe e calzini, arrotolò l'orlo dei pantaloni e camminando sulla terra rovente si avviò verso il fiumiciattolo, entrò nell'acqua fresca posando i piedi sulla sabbia, immerse le mani e si bagnò le braccia e il viso. Addie lo raggiunse a piedi scalzi nel suo vestito estivo. Sollevò la gonna fino alle ginocchia ed entrò in acqua.

Oh, è l'ideale in una giornata calda come questa. Non ero mai stata qui. Non sapevo che nella contea di Holt esistesse un posto come questo.

Resti vicino a me, signora, rispose lui. Imparerà un sacco di cose.

Louis si tolse la camicia, i pantaloni e la biancheria, li posò sull'erba e tornò in acqua, si spruzzò e si mise a sedere.

D'accordo, disse Addie. Se è così che vuoi stare. Si sfilò dalla testa il vestito, si tolse la biancheria e scivolò nell'acqua fresca accanto a lui. E non mi importa se qualcuno ci vede, disse.

Sedettero uno di fronte all'altra e poi si sdraiarono in acqua, molto pallidi entrambi a parte il volto e le mani. Erano sazi, un po' appesantiti. Sentivano la corrente spingere lingue di sabbia sotto di loro." [1]

 

Dove porta la strada di Addie e Louis? Riusciranno a rimanere insieme? Che scelta faranno?

A me in certe parti del libro sono venuti i brividi, altre volte si sono aperte in me delle profondità incredibili, a volte invece ero arrabbiata e piangevo.

Le nostre anime di notte sono le parti di noi che non facciamo vedere a chiunque; dove risiede una parte della nostra personalità che nascondiamo da occhi indiscreti e dove teniamo i nostri desideri più preziosi. Magari non ne parliamo a nessuno, magari non li comprenderebbero, ma comunque sia, noi li vogliamo più di ogni cosa. Sarebbe bello spogliare le nostre anime di notte con qualcuno e condividerla con lui o lei.

Cosa suggerisce Chiara Gamberale alla signora che le ha descritto le sue paure e i suoi dubbi di fronte a una scelta e che le ha chiesto se può seguire il suo desiderio?

"Usa questo romanzo come uno stetoscopio per capire se la voce dei dubbi che hai condiviso con me è davvero tua o di una qualche Holt, dentro di te. Prova a separare il desiderio dalla paura e dalla vergogna. Prova a separare la Anna di oggi da quella di ieri. Non avere paura né di trovarle troppo simili, né di trovarle incompatibili: ascolta." [2]

 

"Che altro vuoi sapere?

Da dove vieni. Dove sei cresciuta. Com'eri da ragazza. Com'erano i tuoi genitori. Se hai fratelli e sorelle. [...] Chi sono i tuoi amici. In cosa credi. Che partito voti.

Ci divertiamo un sacco a parlare, eh? disse lei. Anch'io voglio sapere tutto di te.

Non abbiamo fretta, disse lui.

No, prendiamoci il tempo che ci serve." [3]

 

 

[1] Haruf, Kent (2023), Le nostre anime di notte, trad.: Fabio Cremonesi, Enne Enne Editore, Milano, 144.
[2] Posta Letteraria, Tutto libri, La Stampa, 23/03/2024. Potete leggere la sezione sulla pagina Facebook di Chiara Gamberale, cliccando qui.
[3] Haruf, Kent (2023), Milano, 25.

 

 

Irisz Maar © aprile 2024

Revisione e correzione: Anna Cavallini


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