2024. 04. 04.
Scappare dalla Corea del Nord
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Scappare dalla Corea del Nord

"Nove anni dopo l'impiccagione della madre, Shin strisciò fuori da una recinzione elettrificata e scappò via correndo nella neve. Era il 2 gennaio 2005. Nessuno nato in un campo di prigionia per reati politici della Corea del Nord era mai riuscito a evadere. Per quanto ne sappiamo, Shin rappresenta un caso unico."[1]

Questa settimana parliamo del libro Fuga dal Campo 14 dell'ex giornalista del Washington Post, Blaine Harden, che dopo aver intervistato Shin Dong-hyuk ha scritto e documentato la sua storia.

Esistono i fuggitivi della Corea del Nord, ma, come accenna la citazione, lui è l'unica persona nata in un campo di lavoro che è riuscita a fuggire.

In Corea del Nord, anche nel momento in cui sto scrivendo questa proposta, e quindi specifico che non si tratta del passato, esistono dei campi di lavoro, ma il governo nord-coreano nega la loro esistenza. Il libro ha scelto come epigrafe la comunicazione del marzo 2006 dell'agenzia di stampa di Stato nordcoreana: "In questo paese non c'è alcun problema legato ai diritti umani. Tutti conducono una vita dignitosa e felice."

In questi campi tengono i cosiddetti prigionieri politici, ma non solo. Anche chi è di sangue “non puro”. Ciò vuol dire che è imparentato in un modo o in un altro con un prigioniero politico. In Corea del Nord è legale imputare qualcuno in base alla parentela e ai legami di sangue, per "estirpare i nemici di classe, attraverso tre generazioni"[2]: questo è anche il caso di Shin. Shin è nato e cresciuto nel Campo 14. E questo campo ha la reputazione di essere il peggiore di tutti.

Cosa poteva imparare Shin da bambino? Prima di tutto, le dieci regole del campo. Si possono trovare in appendice nel libro, perché Shin le sa a memoria. Quello che gli hanno insegnato è che i prigionieri che infrangono queste regole meritano la morte.

Qual è il suo primo ricordo? Un'esecuzione. E come si svolge un'esecuzione? L'incaricato dice alla folla che il condannato ha rifiutato l'offerta generosa dello stato, cioè "redimersi" attraverso i lavori forzati. Poi riempiono la bocca del prigioniero con sassi, per evitare che maledica lo stato, e coprono la sua testa. Tre guardie prendono la mira su di lui e ognuno di loro fa fuoco tre volte.

Cosa assorbono queste persone? E chi hanno l'opportunità di diventare?

Quello che imparano è spiare l'altro per la propria sopravvivenza. Certo, in ogni sistema totalitario, in specie nel comunismo, questo era dato per scontato. Però qui ci sono due differenze molto importanti e significative. Come accenna il libro, questi sistemi oppressivi - per esempio il comunismo e poi lo stato di Hitler e la realtà crudele dei campi di sterminio - sono preceduti da uno stato, ben diverso dal loro, dove esisteva amore, tranquillità: un mondo civile. Ma Shin e i suoi compagni di sventura non sono stati strappati da una condizione del genere e poi ricaduti in un sistema che ha tolto loro tutto. Loro sono nati lì. Non conoscono altro. E assorbono tutto ciò che questa vita gli offre. Diventano "il prodotto" di questa realtà. E cosa offre questa realtà? La madre lo picchiava, e ognuno di loro due vedeva l'altro come un rivale per il cibo. Il padre lo ignorava, e comunque anche al padre era permesso di dormire con la moglie soltanto cinque volte all'anno. Il fratello maggiore era uno sconosciuto per Shin. La madre di Shin e il fratello però hanno tentato di fuggire. Shin avrebbe dovuto confessare il loro tentativo di fuga.

Lo hanno torturato in un modo feroce per la questione del tentativo di fuga di sua madre, e lui ne porta sul suo corpo non solo i segni, ma le conseguenze. Come le conseguenze dei lavori forzati che ha dovuto svolgere fin da piccolo. Quindi l'altra differenza fra altri regimi e questo è che - e questo risiede nella questione di sopravvivenza -, per loro, tradire o meno l'altro, quotidianamente, determina la possibilità di sopravvivere.

Shin ha raccontato a Blaine che durante tutti gli anni passati nel Campo 14 non ha sentito, neanche una volta, la parola amore. Perciò le persone nate lì non possono conoscere neanche il suo significato. Per loro non esiste proprio il concetto dell'amore. Ne sono ignari.

Mi sono chiesta cosa facessi io il 2 gennaio del 2005 e un po' prima. Probabilmente erano ancora in corso le vacanze di Natale. Avevo 16 anni, quindi doveva essere il Natale in cui ho scoperto Orgoglio e Pregiudizio, perché lo trasmettevano alla TV. E io ero lì accucciata sul mio divano-letto, da sola, nella mia stanza. Al caldo. In quel periodo riflettevo su quale indirizzo di studi scegliere. E in un altro Paese qualcuno, proprio in quei giorni, durante quelle settimane, stava fuggendo da un regime del genere, mentre non sapeva dell'esistenza del sentimento dell'amore. Neanche fra madre e figlio. Conosceva soltanto quella realtà. Ed era in costante pericolo di vita e costretto ed educato a tradire costantemente i suoi compagni. 

Il libro racconta tutto ciò e molto di più. Non inizia con la fuga, ma parla della vita di ogni giorno nel campo e dei rapporti di Shin con i suoi compagni, e con i familiari, se si possono chiamare così. E così possiamo avere un'immagine di questi campi e della quotidianità di queste persone. Inoltre, ci fa vedere il percorso che ha portato Shin a tentare la fuga, di seguito le avversità che Shin ha dovuto affrontare nel tentativo di integrarsi in un mondo di cui non sapeva niente, fra persone della cui psiche non conosceva il funzionamento.

Ad un certo punto Shin conosce il signor Park, un uomo che ha girato il mondo perché apparteneva a una classe diversa. Adesso però il governo pensava che nascondesse qualcosa, perciò il compito di Shin è nuovamente quello di spiare. Shin  è così affascinato dai racconti di Park - in specie dai piatti descritti da lui - che decide di non fare la spia. Quello che mi ha fatto impressione e mi ha toccato profondamente a questo punto del libro è il fatto che Shin davvero non conoscesse niente del resto del mondo al di fuori del campo.

Cominciano a pianificare una fuga insieme.

È importante precisare che Shin, per vari motivi, fra cui la paura, ha confessato di aver modificato certi dettagli della sua storia nell'intervista.

La prima regola delle dieci regole del campo è: "Chiunque venga sorpreso a tentare una fuga verrà fucilato all'istante."

Ma allora come riesce a fuggire Shin, e in che pericoli si trova? In che modo la Corea del Sud appoggia e sostiene i fuggitivi della Corea del Nord? Perché andare in Cina e poi negli Stati Uniti?

 

[1] Harden, Blaine (2020), Fuga dal Campo 14, Codice edizioni, Torino, 19.
[2] Legge istituita da Kim Il Sung nel 1972, Id., 26.

 

Irisz Maar © aprile 2024

Revisione e correzione: Anna Cavallini


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