Ha portato questo l'autunno. Frutta fresca
su un piatto di vetro. Pesante, scuro-smeraldo
l'uva, la pera dalla lucentezza del diaspro,
i suoi innumerevoli gioielli sontuosi, che risplendono.
Una goccia d'acqua incomincia a scorrere su una bacca robusta,
e rotola via, come un brillante.
È lo sfarzo questo, indifferente, placido,
perfezione che si richiude in sé stessa.
Sarebbe meglio vivere. Ma al di là gli alberi
con le loro mani dorate ormai mi fanno un cenno.
1929
Irisz Maar © novembre 2025
Revisione e correzione: Anna Cavallini