Questa settimana ho scelto un'altra strada. Condivido con voi i miei pensieri e le mie emozioni per un libro che sto scoprendo in questo momento - e quindi non l'ho ancora letto -, ma so già che deve essere fantastico. Mi ha sempre affascinato la storia dei popoli antichi, in specie quelli che hanno avviato la strada che la cultura occidentale ha intrapreso, e non solo, perché hanno provveduto le fondamenta anche dello sviluppo delle culture del Medio Oriente.
Fin da piccola sono estremamente attratta dalla cultura greca, dalla mitologia greca. Per il mio decimo compleanno mia mamma mi ha regalato una raccolta dei miti greci. Poi alle medie - appena cominciate a frequentare in quel periodo - ho scoperto la Mesopotamia, l'Egitto, gli antichi Romani. Pensate che, quando finalmente ho messo piede negli Uffizi per la prima volta nella mia vita, ho studiato per ben tre ore soltanto i busti degli imperatori romani. Poi ovviamente anche la Preistoria mi ha sconvolto tanto. E con il tempo ho sviluppato una curiosità verso le origini dei popoli del Vicino Oriente.
Volevo sapere come ragionavano, in cosa credevano, per cosa combattevano, che tipo di arte producevano e perché, come potrebbe essere stata la loro vita quotidiana, come interagivano fra di loro, com'era la loro lingua, che vestiti indossavano, e sì, anche cosa mangiavano. Perciò quando ho scoperto l'esistenza di questo libro mi sono incuriosita subito.
Parliamo del libro La plus vieille cuisine du monde di Jean Bottéro. Io l'ho ordinato in francese, perché in questo momento sto studiando francese, e se riesco mi piace leggere i testi in lingua originale. E visto che questo argomento mi appassiona così tanto, sono sicura che cercherò il significato delle espressioni che non conosco, favorendo in questo modo l'estensione del mio vocabolario. Ma sul sito della Feltrinelli si trova facilmente la versione inglese: cliccando qui, potete ottenerla. Poi ho fatto delle ricerche e ho scoperto che esiste una traduzione italiana pubblicata nella collana Tarka di Orme Editori, con il titolo La cucina più antica del mondo, ma è un po' difficile rintracciarla.
Ho cominciato a leggere questo libro adesso, e posso assicurarvi che mi ha coinvolto già da subito.
Jean Bottéro è colui che nell'ambito degli studiosi definiscono "Lo Studioso dell'antica Mesopotamia". Con la sua guida scopriamo non soltanto cosa hanno mangiato gli abitanti di quest'area e di quell'epoca, ma come tutto quel che riguarda la loro vita sia interconnesso: la cucina non è soltanto cucina, ma spesso fa parte di un rito: per esempio, può sigillare - soprattutto a livello spirituale - il matrimonio, e tramite esso l’unione fra le due famiglie. Mangiare dallo stesso tavolo, nello stesso momento, in quell'istante, diventa simbolo, ma non si ferma al livello simbolico come oggi. Era invece creduto che creasse un legame vero e proprio, nel vero senso della parola.
Possiamo trovare la traduzione delle ricette. Possiamo leggere delle varie attività che riguardano la cucina: con che metodo hanno conservato il cibo? Come erano le preparazioni fredde e quelle calde? Com'era la cucina casalinga? E la cucina di rappresentanza? E cosa possiamo imparare su tutto ciò leggendo l'Epopea di Gilgames?
Una curiosità: le più antiche ricette giunte a noi fino ad oggi sono conservate all’Università di Yale. Parliamo di tre tavolette che datano al XVII secolo a.C., ed esistono alcuni frammenti che riguardano riferimenti culinari e che sono custoditi nel British Museum. La collezione del Louvre invece comprende tavolette cuneiformi babilonesi e assire, che riportano liste di alimenti, ingredienti e razioni.
Io non vedo l'ora di contestualizzare tutto ciò con precisione, scoprire la datazione, e come si è evoluto il tutto con il passare del tempo.
In realtà sono venuta a conoscenza del libro di Bottéro perché a casa ho già un libro - un ricettario per l'esattezza - che illustra in grande linee queste ricette. Questo ricettario si intitola Lakoma, che si potrebbe tradurre come 'L'abbuffata' (faire bombance, in francese, come ho imparato dal mio nuovo libro), opera di un rinomato giornalista ungherese, István Váncsa, e che raccoglie delle ricette storiche dei diversi popoli.
Sul sito dell'Università di Yale, nella sezione dedicata alla collezione babilonese, trovate un video in cui ricreano una delle ricette originali di circa 4000 anni fa. Nel video potete vedere anche una delle tavolette.
Cliccando qui potrete trovare il video in cui i ricercatori parlano della loro esperienza e sotto il video troverete la ricetta stessa.
Il risultato? Surprisingly good. Credo che proverò a riprodurlo a casa anch'io. E voi?
Irisz Maar © settembre 2025
Revisione e correzione: Anna Cavallini