Era sera, e dal cielo estivo
Cadevano dentro di me desideri precipitosi, roventi,
E quando la nostra pelle, ogni tanto, si toccava appena,
Io vivevo lì, con tutta la mia vita,
In quel minuto pezzettino,
Dove la nostra pelle,
La nostra pelle si toccava appena.
Adesso lo so, era lei, lei che cercavo,
Quando la mia mente ha chiesto un’apparizione.
Oh, voi, fiori minuscoli, e voi, distanze disumane,
Capite la sua parola, il suo grembo?
Perché io non riesco più a reggerla, e annuncio,
Con il ronzio delle apette, e con grida che lanciano comete,
L'intera donna.
Cosa sarebbe accanto a te la vigna assolata,
L'animale celeste dal manto di alba,
Oppure il dondolio mattutino dei cespugli
Sul fianco novello delle terre nubili?
In te i baci di ogni donna gorgogliano insieme,
E ormai ho spesso paura di te, tanta paura,
Perché tu e io ci siamo aggrovigliati troppo
E confondi tuttora ogni filo che è rimasto libero.
Oh, noi ci bramiamo anche
Quando su di me pesano pietre mostruose
E tu giaci su nuvole leggere!
prima metà del 1924
Irisz Maar © agosto 2025
Revisione e correzione: Anna Cavallini