Magari svanisco improvvisamente,
come le orme delle belve nella foresta.
Ho sprecato tutto ciò
di cui dovrei dare conto.
Già il mio corpo germogliante di bambino
lo essiccavo al fumo che bruciava gli occhi.
Il dolore mi scomporrà la testa,
quando verrò a sapere a cosa sono arrivato.
Il desiderio smarrito in terre straniere
ha affondato presto i suoi denti dentro di me.
Adesso mi pervade un rimorso tremolante:
avrei potuto aspettare ancora dieci anni.
Non ho raccolto mai, per ripicca,
il senso della parola materna.
Poi sono rimasto orfano,
e ho riso in faccia al mio insegnante.
Mia gioventù, questa selva verde
l’ho creduta libera ed eterna,
e adesso sto ad ascoltare in lacrime
i rami secchi crepitare.
novembre 1937
La trasposizione musicale di Ágnes Vanilla la potete ascoltare qui.
Irisz Maar © luglio 2025
Revisione e correzione: Anna Cavallini