2025. 02. 23.
Mihály Babits: Inno a Iris
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Mihály Babits: Inno a Iris

 

 

 

 

 

 

 

 

Mihály Babits

 

 

Inno a Iris

 

 

È buio. Dove sono i mille colori? Che ne è stato di loro?

Dov’è la vita indipendente degli oggetti?

(Il colore distingue, distinguersi è vita) -

è notte e adesso ogni mucca è nera.

Il mondo esterno è crollato dentro di me, ed è diventato così selvaggio,

un unico buio, che quasi quasi sfavilla,

e la mia anima si fonde in una saggezza indiana:

non ho nulla, soltanto il nulla esiste,

e questo nulla sono io.

 

Un unico niente! Tutto-niente! Senza colori è

un nulla splendente! Mi annoi, adesso lasciami stare!

Con te la mia anima multiforme non si sazia,

diventa un numero infertile, non moltiplica né divide.

La mia testa è piena di linfe di frutti maturi, di desideri,

e il peso dei miei desideri schiaccia il mio guanciale:

ah, la mia anima non trova pace e nel letto incolore,

fra le braccia di Morfeo,

sogno Iris.

 

Iris! Antica dea della mia anima!

tu, di sette colori, perlata come il calice del nettare,

di mille colori, con il tuo strascico, gemma del cielo,

Iris, il cui abito sono le piume del pavone,

Iris, il cui sorriso è l’arcobaleno,

tu, che dispieghi i colori, con la corona nei capelli,

capriccio arcuato, ponte del cielo, nume screziato,

vieni, riversa davanti a me le tue immagini,

eloquente arco dei colori!

 

Rievoca per me mille figure celesti,

e figure terrestri, un trilione, se ce ne sono,

tante terre, acque, popoli antichi e nuovi,

rievoca, con le parole, tutto me stesso.

Re, preti, denaro, eroi nobili

e insieme agli eroi evoca i loro cavalli,

i malvagi spregevoli, uno scolaro sapiente:

sai scheggiare le pietre del passato

come la selce?

 

Con i tuoi occhi da poetessa, ne riveli di più

di quanto rivelassero certi scienziati dagli scavi -

Ma se ti annoiano il futuro e il passato,

tu, che dispieghi i colori, sii la mia veggente:

dopotutto sei tu, Iris, a dipingere il mondo,

e saresti proprio tu a non sapere dove va a finire il tuo pennello?

Evoca quel che nessuno ha mai visto: -

sai spalancare il muro del futuro

come se fosse un portone?

 

Tu che dispieghi i colori, amica delle tempeste,

autrice del mondo, screziata come un fiore,

vieni; mi è più caro il velo di Maia

che questo mondo reale, tedioso-uniforme!

Amica della tempesta, messaggera del tempo sereno,

messaggera di Giunone, con la corona nei capelli,

tu, tessuto che riveste il teatro del mondo,

vieni, riversa davanti a me le tue immagini,

eloquente portone ad arco!

 

1904

 

poesia tratta dal volume Lettere dalla corona di Iris, 1902-1908

 

 

Traduzione: Irisz Maar
Comparazione con l'originale, revisione e correzione: Anna Cavallini
Irisz Maar, Anna Cavallini © 20 febbraio - 23 febbraio 2025

 

 

Questa settimana non trovavo l'ispirazione. Non sapevo quale poesia tradurre. E allora mi è venuta in mente questa poesia che parla proprio di questo blocco creativo, questo sentimento, invocando una musa ispiratrice. Il bello per me è che questa musa è Iris, la dea greca dell'arcobaleno, che in italiano spesso viene chiamata Iride. 

Io trovo che sia molto importante avere un legame intimo con il nostro nome, e cioè scoprire i suoi significati e identificarci con alcune caratteristiche e qualità evocate da esso, se ci piacciono, se ci meravigliano o ci lusingano, o cercare di crescere grazie a queste caratteristiche, imparare da loro, per potere essere alla loro altezza, sempre se ci interessa.

Io ho fatto così con il mio nome.

Ho fatto le mie ricerche su questa divinità per capire cosa simbolizza, quali sforzi compie, che valori porta nel suo ambiente e agli altri, e mi faceva piacere scoprire se avessimo dei pregi e modi di fare in comune; a volte ho preso come esempio i suoi comportamenti, se giudicavo che fossero quelli giusti per me, mentre ho scartato delle sue qualità e condotte che non mi convincevano o che sentivo non si addicessero a me.

Tutto questo può essere un viaggio intrigante ed elettrizzante, e vi invito a seguire il mio esempio, se pensate che possa piacere anche a voi.

In più, ho un legame personale con questa poesia. Durante gli anni universitari, un'amica a me molto vicina spesso mi rivolgeva la parola chiamandomi con un intero verso di questa stessa poesia: "Iris! Antica dea della mia anima!" L'ha fatto spesso quando abbiamo parlato di argomenti profondi o difficili, o abbiamo affrontato insieme situazioni emotivamente complicate e contraddittorie.

Quindi questa volta la dea ha "salvato" anche me ed Anna. L'abbiamo invocata insieme al poeta Mihály Babits. Speriamo che ci ispirerà anche in futuro, quando ci sentiremo bloccate.
 

 

Irisz Maar © febbraio 2025

Revisione e correzione: Anna Cavallini

 

 

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Design del logo © Orsolya Bagi in collaborazione con Irisz Maar, 2024

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