2024. 11. 22.
Miklós Radnóti: Inno
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Miklós Radnóti: Inno

 

 

 

 

 

 

Miklós Radnóti

 

Inno


 

Sei la radice e il fusto,

la chioma ricca e il frutto,

sei la brezza fresca

e fai maturare una giornata calda,


 

la radice che lega,

il sangue che corre,

un fusto sottile

che fa amicizia con il vento,


 

sei la chioma del mio braccio,

corrimi in braccio,

sei il fiore del mio petto,

la coperta sul mio cuore,


 

il sole che mi sveglia

all'alba soleggiata,

i frutti della mia chioma,

sei chi si sveglia accanto a me,


 

chi dorme accanto a me,

chi si china sul mio cuore,

sei la calma buona

che palpita in silenzio,


 

la fonte di parole belle,

l'urlo iniziale,

il sospiro alato,

e svolazzi con l'anima,


 

nell'ombra sei la luce

nitida, e nella luce

sei l'ombra solenne,

e una nuvola, fumeggiante,


 

sulle ciglia che si stanno

chiudendo, sei l'ultimo lampo,

abbracciandomi mi culli

con il tuo corpo dischiuso.


 

Tu, benedizione sulla battaglia,

sorriso celato,

giocherai a nascondino per l'eternità

nelle mie ossa,

che biancheggeranno ormai

da tanto tempo sulla terra.

 

 

1935

 

 

 

 

Traduzione: Irisz Maar
Comparazione con l'originale, revisione e correzione: Anna Cavallini
Irisz Maar, Anna Cavallini © 18-22 novembre 2024

 

 

 

L’amore fra Miklós Radnóti e sua moglie Fanni Gyarmati è una specie di leggenda nella storia della letteratura ungherese. Quando si sono conosciuti, erano ancora adolescenti. Si sono sposati nel 1935, l'anno in cui la poesia che ho scelto questa settimana è stata scritta.

La loro corrispondenza, che risale all’epoca in cui Miklós Radnóti frequentava l’università di Seghedino e a quando in seguito è stato deportato nei campi di lavoro forzato durante il nazismo, ha un valore anche storico, non soltanto letterario, appunto, per le esperienze vissute dal poeta. Alcune delle sue poesie più importanti risalgono a questo periodo.

Il poeta ha perso la vita nel 1944. Le circostanze della sua morte sono incerte. Secondo certe fonti è stato fucilato alla nuca, perché ormai era allo stremo.

Fanni dopo la morte del marito non si è risposata, è rimasta vedova fino alla fine della sua vita. È morta nel 2014. Aveva 101 anni. È stata la curatrice dell’eredità del marito.

Una curiosità sta nel fatto che il loro amore era così leggendario e il rispetto per la moglie era così grande anche fra gli studiosi di letteratura, che in un certo senso hanno celato il fatto che Miklós Radnóti, per un certo periodo della sua vita, abbia avuto un'altra relazione, molto appassionata e di genere abbastanza diverso, e l'amante stessa non voleva che ne parlassero apertamente o nei dettagli finché Fanni era in vita, anche se Fanni ne era a conoscenza.

Questa poesia bellissima il poeta l'ha scritta per sua moglie, e un verso della poesia - Nell'ombra sei la luce nitida (Árnyékban éles fény vagy) - è stato utilizzato come titolo di un libro che raccoglie le foto dei coniugi.

 

 

Irisz Maar © novembre 2024

Revisione e correzione: Anna Cavallini

 

 

Logo © Orsolya Bagi, 2024
Design del logo © Orsolya Bagi in collaborazione con Irisz Maar, 2024

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