I misteri, se cantano,
li sorveglio, come nelle favole.
Mi hai infilato da capo a piedi
in questa fedeltà pesante.
Parla il vento, parla l'acqua,
arrossirai, quando capirai.
Parlano gli occhi, parla il cuore,
s'appellano a te.
Scrivo anch'io la mia canzone:
già che ti amo,
questa fedeltà immensa
rendila leggera.
La poesia Misteri ('Rejtelmek') di Attila Jozsef è una delle sue poesie più conosciute, più importanti, che fa parte della serie di poesie che ha scritto a Flora, uno degli amori che hanno segnato la sua vita, ma anche il percorso della sua poetica. Inoltre, la nascita di queste poesie coincide con la sua fase artistica matura.
La poesia imita il ritmo delle filastrocche, delle canzoni folcloristiche ungheresi, e cercare di trasmettere ciò è stata la parte interessante e difficile della traduzione.
Il testo, anche se a prima vista può sembrare semplice, in realtà è molto complesso. Per esempio, il ritmo rende leggero il concetto rappresentato nel testo, trasmette la leggerezza che sentiamo quando siamo innamorati, e che conosciamo tutti benissimo. Ma il testo stesso parla anche di una pesantezza, concetto che si oppone a questa leggerezza.
Il gruppo ungherese Sebő, che mette in musica delle poesie ungheresi, ha messo in musica anche questa poesia, trasmettendo molto bene la sua leggerezza. La potete ascoltare qui.
Irisz Maar © settembre 2024
Revisione e correzione: Anna Cavallini