Questa settimana propongo un romanzo, uno dei miei preferiti, che, quando l'ho letto, mi ha sconvolto completamente. Oltre al modo in cui l'autore fa sbocciare la storia, rompendo la linearità del tempo e con colpi di scena sempre più incalzanti, anche per il tema che riguarda tutti noi, in ogni epoca, senza eccezione, come afferma l'autore stesso.

Questa settimana parliamo de La purga, della scrittrice finlandese Sofi Oksanen, nella traduzione di Nicola Rainò.

È molto difficile trovare il libro in italiano: nelle librerie praticamente non c'è, su Amazon ho trovato una copia. Io l'ho presa in biblioteca con il prestito interbibliotecario e ne vale proprio la pena.

Siamo in Estonia, in campagna. Aliide Truu, una signora anziana che vive in solitudine, è nella sua cucina, sta preparando conserve, mentre sta continuamente combattendo con le mosche. Rivolge gli occhi al giardino, e vede qualcosa. Viene fuori che è il corpo di una donna. Priva di sensi? Morta? Chi è? Che ci fa proprio lì?

Il ritrovamento porta Aliide a rivivere e fronteggiare il suo passato, dove doveva combattere con le mosche, senza sosta, mentre nel frattempo stiamo per scoprire chi è questa donna misteriosa trovata nel giardino, com'è finita lì, come si evolve il suo rapporto con Aliide.

Le mosche sono i simboli di ogni forma dell'oppressione, personale o sistematica, fra cui i regimi oppressivi, il nazismo e il comunismo, e tutto ciò che essi comportavano nella vita privata dei protagonisti, Aliide e la sua famiglia, e nell'evoluzione della loro psiche, che ha segnato le loro scelte e le conseguenze di queste scelte. I due regimi e le loro conseguenze sulla loro interiorità si collocano nello stesso ingranaggio delle vicende, dinamiche e conflitti quotidiani che si presentano da sempre nei rapporti umani: amori, gelosie, scelte razionali dovute al fatto di non avere altra possibilità, compassione, sacrificio, indolenza. Facciamo esperienza di tutto ciò tramite vite, situazioni e personaggi vivi, descritti minuziosamente, di modo che riescano a diventare nostri compagni del cui destino vogliamo scoprire sempre di più e per i quali tifiamo. Però ci sorprendono in continuazione. Fanno qualcosa che non ci aspettavamo, ci rendono felici, oppure agiscono in un modo che ci lascia stralunati o delusi.

"Purga", si riferisce alle grandi purghe staliniane, dove il dittatore mira a sterminare i suoi oppositori. Ma questa purga, come suggerisce l'autore, purtroppo è sempre presente. D'altro canto, Aliide ha un segreto. Magari il libro è la purga del suo segreto? Del suo passato? Della sua coscienza? Porta salvezza? Oppure, al contrario, Aliide ha fatto la purga, all'epoca della sua coscienza, poi del suo passato, dei suoi ricordi, diradandoli a piacere, evitando in questo modo di dover affrontarli? Il libro stesso è la purga contro l'omertà?

Dunque, sembra che questa donna trovata nel giardino di Aliide vada salvata da qualcosa. Ma da cosa? 

Sofi Oksanen afferma di aver voluto mostrare tre facce diverse dello stesso fenomeno, e quindi dell'oppressione, dei sistemi oppressivi creati dall'uomo e il loro effetto sulle persone. Sistemi oppressivi che sono presenti anche dopo il comunismo e non dobbiamo andare altrove per cercarli, possiamo rimanere in Europa, negli anni Novanta, il periodo in cui Aliide ormai è anziana, oppure nel nostro presente. Qual è uno dei fenomeni di questi sistemi che dobbiamo affrontare anche noi e dobbiamo cercare di combattere? Sofi Oksanen è impietosa quando deve descrivere tali sistemi.

Per via delle contraddizioni interiori di questi esseri umani, la loro complessità e quella delle situazioni che dovevano affrontare nella loro vita colpiscono fortemente le parti più vulnerabili della nostra anima, ma proprio per questo hanno una forte potenzialità di farci cambiare.

 

Irisz Maar © febbraio, 2024

Revisione e correzione: Anna Cavallini