2023. 12. 05.
Una marcia in più
La mia sensibilità e quella degli altri
Tartalom értékelése (8 vélemény alapján):
Una marcia in più

"Smettila di essere così sensibile! - [...] richiesta [...] che equivale a pretendere da una persona con gli occhi verdi di averli di un altro colore, perché quello non va bene." [1]

Questa settimana propongo un libro che ci invita a conoscere meglio non solo l'altro, ma anche noi stessi, e che potrebbe diventare ancora più importante quando avremo figli.

Ognuno di noi funziona in un suo modo unico. Ciò dipende dalla nostra genetica, dal nostro sistema nervoso e dal modo in cui è stato favorito il suo sviluppo, dalla nostra cultura, dal nostro ambiente circostante e da innumerevoli cose che abbiamo incontrato durante la nostra vita che hanno avuto effetto su di noi.

Questa settimana propongo il libro di Rolf Sellin, Le persone sensibili hanno una marcia in più - Trasformare l'ipersensibilità da svantaggio a vantaggio, nella traduzione di Cristina Malimpensa.

La sensibilità è una caratteristica che non è presente nella stessa misura in tutti noi. Esistono persone, secondo gli studiosi il 15-20 % della popolazione, che sono altamente sensibili. Qua voglio chiarire che esistono due termini: ipersensibilità e alta sensibilità. L'autore praticamente usa la parola "ipersensibile" come un sinonimo di "persona altamente sensibile", perciò io userò entrambe le definizioni. La scienza ancora non è arrivata a un consenso univoco al riguardo. Chi ammette una differenza fra i due termini sostiene che l'ipersensibilità sia causata da certe esperienze della vita, per esempio da un trauma, mentre l'alta sensibilità è innata, e si tratterebbe di un sistema nervoso più raffinato. Su questa differenziazione trovate informazioni a questo link.

Tuttavia, l'autore afferma che la scienza si stia ancora ponendo delle domande: "si tratta di un sistema nervoso più raffinato? Di un numero maggiore di recettori nel cervello? Hanno più neuroni specchio, cosa che permette loro un'immedesimazione più immediata nell'altro?" [2] E quindi usa i due termini come sinonimi.

Intanto, teniamo presente che le questioni sull'anima, sulla psiche dell'essere umano sono sempre complessissime, e, sembra, inesauribili, senza fondo.

Se abbiamo avvertito che una persona per noi molto cara è eccezionalmente sensibile, e vogliamo considerarla e rispettarla il più possibile, oppure abbiamo il sospetto che noi stessi siamo eccezionalmente sensibili, percettivi, e vorremmo imparare a gestire meglio tale sensibilità, limitare il più possibile le difficoltà che porta con sé, e comunicare agli altri le nostre esigenze particolari e uniche, oppure, semplicemente, senza essere ipersensibili, vogliamo imparare a considerare e rispettare gli altri e noi stessi al massimo, e imparare a gestire generalmente tutto ciò, questo libro può darci man forte. Credo che si noti che la mia copia del libro sia abbastanza vissuta. Infatti, l'ho portato con me dappertutto per mesi.

La psicoterapeuta Elaine Aron, che per prima ha avviato lo studio sull'alta sensibilità nel 1991, distingue le caratteristiche delle persone altamente sensibili riassumendole con l'acronimo D.O.E.S:


 

  • Depth of processing (processano più profondamente le informazioni)

  • Overarousability (sono più facilmente soggette a sovrastimolazione e sovraccarico)

  • Emotional responsiveness/empathy (entrano in connessione emotiva più facilmente)

  • Sensitive to subtle stimuli (percepiscono dettagli sottili dell'ambiente e delle relazioni sociali, che altri non percepiscono)


 

Le persone altamente sensibili funzionano in un modo del tutto unico. Percepiscono molto più intensamente gli stimoli sensoriali, grazie a questa sensibilità estrema, e di conseguenza ci mettono più tempo a organizzarli e collegarli fra loro. Hanno una capacità percettiva differenziata e molto più estesa, molto più intensa rispetto a quella degli altri individui. Sono capaci di vedere di più delle altre persone.

La quantità delle informazioni, quindi, che gli individui ipersensibili devono affrontare quotidianamente, ed elaborare per poi poter agire, per loro è maggiore. E ciò comporta un maggior dispendio di energie in tutto. Anche perché l'ambiente circostante spesso non comprende le loro difficoltà.

Quando una persona altamente sensibile va in sovraccarico, ha bisogno di trascorrere del tempo in solitudine, per decomprimere e ricaricarsi. Spesso questi individui trovano sollievo immergendosi nella natura, con cui hanno una forte connessione. Altre attività che possono offrire sollievo sono, per esempio, ascoltare musica, meditare o praticare la Mindfulness, svolgere attività fisica, dedicarsi a qualcosa di artistico o creativo.

Elenco alcune delle difficoltà che si possono sviluppare quando le persone ipersensibili non hanno lo spazio necessario per vivere la loro personalità:


 

  • lotta interiore costante, lotta contro le proprie percezioni

  • registreranno in modo più intenso quello che gli altri dicono, pensano di loro e cosa si aspettano da loro, e quindi tenderanno a percepire se stessi dalla prospettiva degli altri

  • può essere che rinunceranno alla loro diversità, alle loro percezioni, alle loro esigenze se l'ambiente circostante non è accogliente al riguardo e tenta di limitarli o negare la validità di come loro vivono le sensazioni e le emozioni

  • può essere che preferiranno fare tutto "come si deve" [3] per risultare più desiderabili, e non come avrebbero bisogno di fare loro, e quindi negheranno se stessi

  • può essere che rinunceranno al proprio punto di vista, o addirittura alla percezione delle esigenze del proprio corpo, come il bisogno di riposarsi o la fame, perché mediante i rimproveri e le critiche costanti hanno imparato che non ha validità quello che sentono, vedono o di cui hanno bisogno; perciò, cercheranno di limitare se stessi il più possibile, in casi estremi quasi come se non esistessero; "quando questo accade, vivono un'immagine della realtà del tutto diversa dalla propria [...] E' come se fossero senza corpo e senza luogo. [...] Hanno sacrificato la percezione di se stessi e non hanno alcuna opinione personale." [4]

  • "tendono ad adattarsi, ma dopo un certo punto non riescono più: la vera natura si fa "fastidiosamente" scorgere per un breve momento, solitamente il meno opportuno, ed ecco quindi che il senso di appartenenza conquistato con tanta fatica si perde all'improvviso [...] ciò spinge molti adulti ipersensibili a cercare ancora di più di adeguarsi, fingendo di essere quello che non sono" [5]


 

Il periodo critico in cui si può evitare che prendano troppo spazio tali comportamenti autodistruttivi e farne da contrappeso è l'infanzia. È fondamentale riconoscere se abbiamo un bambino ipersensibile, per poter sostenerlo adeguatamente e dargli delle fondamenta solide e stabili, affinché sia preparato il più possibile ad affrontare le sfide future della vita e possa avere una base che predispone alla felicità e la capacità di essere in equilibrio con se stesso, in modo che non debba rinunciare alla sua "vera e propria essenza" [6]. Per esempio la delicatezza, l'attenzione maggiore, la comprensione, la pazienza, lasciare loro la libertà e il tempo necessari per osservare se stessi per poter capire le proprie esigenze, poi chiarezza, regole stabili e la sistematicità su cui appoggiarsi, comportamenti che sono fondamentali durante la crescita di ogni bambino, sono ancora più importanti nel loro caso.

Quando affermo che leggendo questo libro possiamo conoscere noi stessi, non mi riferisco soltanto alla possibilità di riconoscerci altamente sensibili anche noi (si trovano nel libro dei test appositi).

Intendo che, leggendo come funziona una persona ipersensibile, invece di riconoscerci altamente sensibili magari ci riconosciamo anche in certe attitudini, comportamenti e azioni con cui ci rivolgiamo agli altri che magari, questo non possiamo saperlo, sono diversamente sensibili da noi. Magari molto di più (neanche necessariamente iper). Riconosciamo le nostre azioni e nel libro possiamo leggere dell'effetto che, spesso negativo e difficilmente reversibile, o addirittura irreversibile, possono avere sulla vita dell'altra persona, anche se questa non era la nostra intenzione. Oppure riconosciamo che effetto hanno avuto certi comportamenti del genere degli altri su di noi. Ci fa riflettere anche generalmente su come potremmo considerare, rispettare - nel senso profondo delle parole - gli altri, e relazionarci con loro, se funzionano, magari anche del tutto, diversamente da noi.

Con l'aiuto del libro possiamo approfondire l'argomento, riflettere su tutto ciò, e imparare, per poi praticarlo, come gestire la propria sensibilità e la sensibilità degli altri, perché possa sbocciare il suo potenziale. L'alta sensibilità infatti può essere un dono, una volta che ne è stato individuato il potenziale.

Più praticheremo questo comportamento riguardoso verso gli altri e verso noi stessi, più diventerà parte della nostra natura, e di conseguenza ci richiederà sempre meno impegno, ci verrà naturale. E ne vale la pena: potremo rendere la nostra casa, il nostro ambiente circostante, i rapporti lavorativi non soltanto un luogo più piacevole e tranquillo per tutti, un posto sicuro, ma anche più efficace in quanto la tranquillità, il piacere e la sicurezza sono le chiavi per l'efficacia e per esprimere tutte le potenzialità.

"Chi percepisce con maggiore sensibilità di altri è potenzialmente in grado di trarre dalla vita più gioia, più piacere e più ricchezza interiore." [7]

La farfalla sulle dita sulla copertina del libro è diventata un simbolo iconico delle persone ipersensibili. Infatti, la farfalla è una creatura bellissima e delicata. Ci dà soltanto gioia quando la vediamo svolazzare sul prato, fra i fiori. Ma dobbiamo stare attenti ed essere delicati anche noi quando si ferma su di noi. Non possiamo toccare le sue ali, perché non si tratterebbe soltanto di intercettare la sua corsa, ma di toglierle la vita. Se la proteggiamo di modo che possa vivere liberamente, può spiccare il volo ancora, può essere felice, rendendo, in realtà, felici anche noi.


 

[1] Rolf Sellin, Le persone sensibili hanno una marcia in più. Trasformare l'ipersensibilità da svantaggio a vantaggio, trad.: Cristina Malimpensa, Feltrinelli, Milano, 2020, 22.
[2] Sellin (2020), 4.
[3] Sellin (2020), 23.
[4] Sellin (2020), 26.
[5] Sellin (2020), 27.
[6] Sellin (2020), 22.
[7] Sellin (2020), 7.

 

Irisz Maar © dicembre, 2023

Revisione e correzione: Anna Cavallini

 


bezár
Regisztráció


bezár
Bejelentkezés